Io penso che il problema di fondo sia, come sempre, che tutta la faccenda "Auto Storiche" è stata gestita all'italiana, cioè in modo approssimativo, clientelare e cialtrone.
Prima di tutto è assolutamente fuori dal mondo che una Legge dello Stato costringa un cittadino ad associarsi ad una associazione PRIVATA per poter usufruire di alcuni suoi diritti!
Secondo, se lo Stato delega una funzione così importante, con ricadute di tipo fiscali non trascurabili, dovrebbe esercitare una qualche forma di controllo sull'operato di tale associazione, cosa che invece non viene fatta.
Terzo, se lo Stato vuol comunque delegare a tutti i costi a dei privati l'esercizio di verifica della storicità, dovrebbe stabilire dei requisiti di iscrizione a questo "albo dei certificatori" e poi liberalizzare il mercato.
Allo stato attuale invece si assiste al monopolio di poche associazioni (ASI, FMI e i due registri Alfa e Fiat) , che esercitano questo privilegio in modo del tutto arbitrario, con differenze enormi nel modus operandi di ognuna e addirittura , in seno alla stessa associazione, con differenze ridicole tra una sede e l'altra:
Ho amici che risiedono in alcune zone d'Italia dove per iscrivere la macchina all'ASI chiedono loro le foto e manco vogliono vedere la macchina. Altre dove invece "bocciano" l'iscrizione per dei cavilli insignificanti.
I miei mezzi sono tutti iscritti ASI perchè purtroppo non avevo alternative ma trovo che sia solo l'ennesima gabella, non certo un modo per separare i cadaveri rugginosi di chi compra una Fiat Tipo per sgamare bollo /assicurazione e la usa tutti i giorni da chi è un convinto appassionato e davvero preserva un patrimonio storico/culturale di tutto rispetto come quello motoristico italiano.
Per me le auto dovrebbero essere considerate TUTTE storiche dopo 20 anni (o forse 25 come in molti paesi europei), come requisito base.Dovrebbero essere mantenute in perfetta efficenza e per verificare questo basta la revisione biennale, se fatta seriamente.
Infine, sempre in sede di revisione, le officine autorizzate dovrebbero verificare non solo l'efficenza meccanica, come fanno per tutte le auto "normali" ma anche, nel caso delle over 20 che si fregino del titolo di "storica" e che godano di sgravi fiscali / assicurativi, la perfetta conservazione estetica di esterni e interni.
In sostanza, se uno è innamorato della Fiat Uno di quando era ragazzino e la cura come un figlio secondo me ha tutti i diritti di preservarla senza che questo diventi un salasso.
Se invece possiede una vecchia Mercedes 190 diesel, bozzata su tutti i lati, con le bolle di ruggine e gli interni rivestiti con il plaid
, paga il bollo e non rompe le palle al prossimo anche se ha 30 anni passati.
Poi se uno vuole iscriversi al club della bocciofila o a quello dei possessori delle Ferrari a 12 cilindri faccia pure, ma le due cose dovrebbero essere distinte.
PS
Io ho anche una Mercedes serie E SW diesel del 1991, ASI e con 400.000 km quindi l'esempio del 190 è del tutto casuale e non è per fare anch'io del "razzismo automobilistico"
Prima di tutto è assolutamente fuori dal mondo che una Legge dello Stato costringa un cittadino ad associarsi ad una associazione PRIVATA per poter usufruire di alcuni suoi diritti!
Secondo, se lo Stato delega una funzione così importante, con ricadute di tipo fiscali non trascurabili, dovrebbe esercitare una qualche forma di controllo sull'operato di tale associazione, cosa che invece non viene fatta.
Terzo, se lo Stato vuol comunque delegare a tutti i costi a dei privati l'esercizio di verifica della storicità, dovrebbe stabilire dei requisiti di iscrizione a questo "albo dei certificatori" e poi liberalizzare il mercato.
Allo stato attuale invece si assiste al monopolio di poche associazioni (ASI, FMI e i due registri Alfa e Fiat) , che esercitano questo privilegio in modo del tutto arbitrario, con differenze enormi nel modus operandi di ognuna e addirittura , in seno alla stessa associazione, con differenze ridicole tra una sede e l'altra:
Ho amici che risiedono in alcune zone d'Italia dove per iscrivere la macchina all'ASI chiedono loro le foto e manco vogliono vedere la macchina. Altre dove invece "bocciano" l'iscrizione per dei cavilli insignificanti.
I miei mezzi sono tutti iscritti ASI perchè purtroppo non avevo alternative ma trovo che sia solo l'ennesima gabella, non certo un modo per separare i cadaveri rugginosi di chi compra una Fiat Tipo per sgamare bollo /assicurazione e la usa tutti i giorni da chi è un convinto appassionato e davvero preserva un patrimonio storico/culturale di tutto rispetto come quello motoristico italiano.
Per me le auto dovrebbero essere considerate TUTTE storiche dopo 20 anni (o forse 25 come in molti paesi europei), come requisito base.Dovrebbero essere mantenute in perfetta efficenza e per verificare questo basta la revisione biennale, se fatta seriamente.
Infine, sempre in sede di revisione, le officine autorizzate dovrebbero verificare non solo l'efficenza meccanica, come fanno per tutte le auto "normali" ma anche, nel caso delle over 20 che si fregino del titolo di "storica" e che godano di sgravi fiscali / assicurativi, la perfetta conservazione estetica di esterni e interni.
In sostanza, se uno è innamorato della Fiat Uno di quando era ragazzino e la cura come un figlio secondo me ha tutti i diritti di preservarla senza che questo diventi un salasso.
Se invece possiede una vecchia Mercedes 190 diesel, bozzata su tutti i lati, con le bolle di ruggine e gli interni rivestiti con il plaid

Poi se uno vuole iscriversi al club della bocciofila o a quello dei possessori delle Ferrari a 12 cilindri faccia pure, ma le due cose dovrebbero essere distinte.
PS
Io ho anche una Mercedes serie E SW diesel del 1991, ASI e con 400.000 km quindi l'esempio del 190 è del tutto casuale e non è per fare anch'io del "razzismo automobilistico"
