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Montezemolo lascia, arriva Marchionne
#91
I tedeschi danno bonus agli operai se si raggiungono gli obiettivi. E i teteschi lavorano. Da noi se parli di competitività la camusso piange e la FIOM sciopera.
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#92
MS85 Ha scritto:E infatti si farà l'opposto su entrambi i fronti. Pensa, i vertici di FCA sono così tardi che hanno deciso di non investire su prodotti che non garantiscono margini (e che in alcuni casi hanno contribuito al fallimento del proprio costruttore).

Ponzi-ponzi-po-po-po... e infatti piuttosto che riuscirci vanno altrove. Come dire... "la partita con la Golf in Italia è persa perché non riusciamo a farne una meglio" (..c'è riuscita Hyundai). Questo significa ammettere di aver perso a casa propria per poi ripartire proprio dal rinnegare le proprie radici, ovvero: "...non sono più FIAT ma FCA".

Questo, per chi ha un minimo di sensibilità a livello comunicativo, lo percepisce come un aggirare il problema e non affrontarlo seriamente. Sono profondamente convinto che a livello di immagine, tutto questo tornerà indietro come un boomerang.

MS85 Ha scritto:Tornando seri: perchè? Ovvero cosa definisce un paese "tecnicamente avanzato"? Una Audi TT prodotta in Ungheria è forse assemblata peggio di una A1 assemblata in Belgio? O una Cayenne o Touareg prodotte in Slovacchia sono forse di qualità inferiore ad una Polo spagnola? Decisamente no. Tolta la A1, sono tutte auto ben assemblate se confrontate con la media del proprio segmento.

Le auto si assemblano praticamente nello stesso modo ovunque. Non siamo più negli anni 50 o 60. Un nuovo operaio su una linea qualsiasi arriva a imparare il mestiere nel giro di poche settimane o pochi giorni, senza necessità di anni di esperienza e affinamento tecnico. Potrebbe assemblare auto o assemblare frigoriferi, le operazioni sono perfettamente paragonabili. L'unica cosa che conta veramente è come hai progettato il processo di assemblaggio. Ovviamente escludendo gli estremi: impianti afflitti da luddismo cronico o produzioni quasi artigianali, nell'ambito del lusso.
Per cui che tu produca in Polonia, in Finlandia o nel Paranà, le differenze saranno minime a parità di prodotto.

Tornando seri... le persone non sono robot a cui attaccare una spina e farli funzionare. Se la qualità si appiattisce è proprio per queste teorie da economisti incolti.
Questo un cretino come Olivetti l'aveva capito... in aziende serie come Google l'hanno capito. E' la grossolana differenza che passa tra l'essere virtuosi e peracottari.

MS85 Ha scritto:E penso che il gruppo avrà ancora enormi difficoltà da affrontare in futuro. Da un lato perchè la scelta è di continuare ad investire in Italia su Maserati e Alfa Romeo. Una scelta che sicuramente mi fa piacere, ma al tempo stesso mi preoccupa, viste le condizioni del paese. Dall'altro c'è il problema che forse (ma questa è un'opinione del tutto personale) il lavoro di pulizia fatto da Marchionne al suo arrivo non è bastato. Forse avrebbe dovuto essere più radicale per avere effetti più duraturi. O forse non avrebbe dovuto fermarsi alle seconde o terze linee, ma proseguire più in basso. Non so dirlo con esattezza: lavoro nel settore più o meno 5 anni e penso che per poterne capire veramente le dinamiche non ne bastino 20 o 25. Ma la sensazione è che ci vorrebbe più ossigeno e meno zavorra.

Dipende da cosa si intende per ossigeno e per zavorra. Se un brand che per anni ha costruito il proprio impero con il lavoro e la tradizione degli italiani e non lo sa trasmettere, direi che la zavorra sta proprio ai piani alti.

La FIAT e il suo gruppo sono aziende che hanno fatto la storia dell'automobilismo internazionale... ai vertici dovrebbero saperlo. E invece ci troviamo con un demente che dice che la Lancia "..non ha appeal"... beh a mio modestissimo avviso il suo contributo di "appeal" in FIAT vale molto meno di una Stratos o una HF.
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#93
Dangerfield78 Ha scritto:Ponzi-ponzi-po-po-po... e infatti piuttosto che riuscirci vanno altrove. Come dire... "la partita con la Golf in Italia è persa perché non riusciamo a farne una meglio" (..c'è riuscita Hyundai). Questo significa ammettere di aver perso a casa propria per poi ripartire proprio dal rinnegare le proprie radici, ovvero: "...non sono più FIAT ma FCA".

Danger, ho capito il “Ponzi-po”, l’hai ripetuto due volte. Ma non mi hai ancora fatto capire per quale motivo uno dovrebbe investire tempo, denaro e risorse, mettere a rischio posti di lavoro, per competere su un segmento affollato e che non garantisce margini. Dammi una ragione. Per orgoglio? Per giocare a chi c'è l'ha più lungo? Per dimostrare che "riusciamo a farne una meglio"? Guarda che nessuna casa produce auto per dimostrare qualcosa, lavoriamo tutti per vendere auto a un prezzo tale da poter guadagnare soldi.
E non è che dietro ci sia nessuna strana "teoria da economista" o chissà quale diabolico disegno. Semplicemente se non fai così gli stipendi non li paghi e non ci tieni in piedi una azienda.

Tu mi stai proponendo quello che mi propone oggi un Landini. “Prendi il modello con cui puoi fare più volumi, vendilo sottocosto così l’occupazione è garantita indipendentemente da qualsiasi altro fattore e poi aspetta di vedere cosa accade”. Ma lui lo capisco, ha ottime ragioni per proporlo, anche se son ragioni che non hanno nulla a che fare col mondo automotive.

Ma perché invece tu faresti così? Per motivi di immagine? Quindi se producessi una nuova Punto riuscirei a vendere meglio una 500X? E in base a cosa? Uno dei leader se non IL leader di mercato nei segmenti I0 e I1 praticamente nemmeno compete nel B e nel C. Come mai riesce a fare tutti quei soldi se non ha un’immagine consolidata da generalista? Dammi una ragione per la quale uno dovrebbe scegliere il settore più affollato e meno profittevole. Magari c’è e mi sfugge.

E ripeto, non è che c'è un pazzo col maglione che urla da solo nel deserto. Un certo Tavares, giusto 6 mesi fa, prendendo in mano una azienda fallita dopo la cura Varin, fatta delle ricette che proponi qui, ha presentato un piano molto semplice. Taglio del 40% dei modelli e spostamento degli investimenti dai segmenti generalisti a quelli a più alto valore aggiunto. E benvenuti a bordo cugini.

Ovviamente tutto questo non significa che non esisterà mai più un C generalista a marchio Fiat. Anzi, giusto a maggio è stato confermato un nuovo C declinato sedan, HB e SW. Ma certo è difficile immaginare di farlo fare in Italia.


Dangerfield78 Ha scritto:Tornando seri... le persone non sono robot a cui attaccare una spina e farli funzionare. Se la qualità si appiattisce è proprio per queste teorie da economisti incolti.
Questo un cretino come Olivetti l'aveva capito... in aziende serie come Google l'hanno capito. E' la grossolana differenza che passa tra l'essere virtuosi e peracottari.

Premesso che Google opera in un settore in cui il capitale investito ha un costo leggerissimamente diverso da quello in ballo nel mio settore, premesso che i loro dipendenti hanno un profilo non esattamente collimante con quello di un operaio del mio settore, premesso che Camillo e Adriano Olivetti, per quanto figure che io per primo considero notevoli, sono vissuti in un mondo diverso dal nostro. Tutto ciò premesso, non mi sembra di aver sostenuto che gli operai siano robot. Ma al tempo stesso se faccio finta che la realtà sia diversa da quella che è o se le do un nome diverso, essa non varierà. Se avrai mai l'occasione di visitare un impianto produttivo, vedrai quanto le operazioni siano state semplificate e quanto la manodopera sia ormai fungibile. Non è che “la qualità si appiattisce”, è semplicemente che le auto non si imbastiscono più a mano, non si saldano più a mano, non si verniciano più a mano e le rettifiche necessarie sono sempre meno. Di nuovo, non perché ci sia l’uomo nero che l’ha imposto, ma perché il modo di produrre cambia e le esigenze dei clienti pure. L’epoca dell’operaio-artigiano per la produzione di massa è finita da decenni.
Questo non è necessariamente un male, perché le operazioni sono estremamente meno gravose rispetto al passato. Il lato negativo è che ormai sempre meno persone in fabbrica sono insostituibili. E se il tuo lavoro lo può fare chiunque, devi trovare qualcosa per distinguerti. Riesci a farlo ad un costo inferiore? Bene. Riesci a cambiare il modo di lavorare migliorando la qualità del prodotto finito? Meglio. Stesso discorso di prima: se hai dei dipendenti devi fargli fare qualcosa che si possa vendere coprendo i costi. Altrimenti li mandi tutti a casa. Ma questo non perché sei brutto, sporco e cattivo e porti il maglione anche a luglio. Semplicemente perché l'albero dei soldi non l'hanno ancora inventato e perché ormai un segmento B a 18 k€ non te lo compra nessuno.

Dangerfield78 Ha scritto:Dipende da cosa si intende per ossigeno e per zavorra. Se un brand che per anni ha costruito il proprio impero con il lavoro e la tradizione degli italiani e non lo sa trasmettere, direi che la zavorra sta proprio ai piani alti.

Quello che intendevo dire è che l’epurazione dei dirigenti avvenuta con l’arrivo di Marchionne non è bastata. In parte nel senso che forse qualcuno è passato indenne senza averne i meriti. In parte perché anche a livello più basso c’è zavorra. So che quello che sto per scrivere può sembrare impopolare. Anzi, in un paese come l’Italia è sicuramente impopolare. Ma penso che non ci credi è meglio che te ne vai. Non perché lo dica qualcuno sopra di te. Ma perché fai un danno a te stesso e ai tuoi colleghi se rimani. Io sul lavoro cerco di dare il meglio che posso non perché abbia delle aspirazioni di carriera fantasmagoriche. E nemmeno perché mi strapagano, visto che non lo fanno (son comunque consapevole di essere più fortunato della media dei trentenni italiani, ma è la media ad essere anomala, non il mio salario). Cerco di fare il massimo possibile, a volte con successo a volte meno, principalmente perché se non lo faccio c’è un collega che ne verrà danneggiato. Quando lavoravo sui clienti corporate sapevo che aiutare a vincere una gara poteva significare due, tre o quattro giorni in meno di cassa in un nostro impianto. Purtroppo ci sono persone che questo non lo condividono o non lo capiscono. Magari ritengono che il fatto di essere stati assunti 20 anni fa genera automaticamente diritti prioritari su qualsiasi dovere e anche sui diritti dei colleghi. Per me questa è zavorra.
Poi non so dirti come andrebbe gestita al meglio la presenza di determinati soggetti. Sicuramente non si può fare come si è fatto con i dirigenti. Ma come scrivevo altrove, io non ho mai lavorato nelle risorse umane. E cerco di non crearmi troppe convinzioni quando si parla di settori in cui non ho mai lavorato, perché sono consapevole di non saperne nulla. Come sintetizzava benissimo un amico: “sono quasi 40 anni che compro e mangio patate, questo non ha fatto di me un esperto in agricoltura”.

Dangerfield78 Ha scritto:La FIAT e il suo gruppo sono aziende che hanno fatto la storia dell'automobilismo internazionale... ai vertici dovrebbero saperlo. E invece ci troviamo con un demente che dice che la Lancia "..non ha appeal"... beh a mio modestissimo avviso il suo contributo di "appeal" in FIAT vale molto meno di una Stratos o una HF.

Su Lancia forse non ha nemmeno senso spiegare quale è il senso nel terminare il marchio. Tanto so già come (non) si evolverebbe la cosa. Mi spiegheresti come il mondo anela a vedere nuovi prodotti a marchio Lancia. Fondamentalmente perché tu vorresti vedere nuovi prodotti a marchio Lancia. E dato che 40 anni fa c'è stata la Stratos allora se oggi rifacessimo quella o la Delta S4 allora tutti se ne ricorderebbero e venderemmo Lancia a palate.

Da parte mia posso dirti che le aspettative dei clienti e la percezione del marchio non sono quelle, ma non potrei comunque darti i dati esatti (non mi va ancora di essere licenziato).

Se ti va puoi comunque provare a vedere quali sono i numeri del marchio, tanto sono pubblici. Guarda quanti volumi fa in Italia sul totale dei volumi europei. Confronta questo dato con la quota di Y (sostanzialmente l'unico prodotto rimasto) sul totale del segmento in Italia. Prendi quelle due percentuali e chiediti "perché". La risposta a quella domanda è forse la migliore sintesi per capire che valore ha il marchio Lancia nel mondo. Sta tutto lì, due percentuali.
Oh, sia chiaro, non è che mi faccia piacere la cosa. Non esiste nessuno nel gruppo che sia felice di come finirà Lancia. Ma son 20 anni che è morto come marchio. Oggi arrivano solo i funerali ritardati. E certamente se ci fossero i soldi sarebbe bello resuscitarlo. Tanto quanto sarebbe bello resuscitare Isotta Fraschini, Osca, Diatto e se ci avanza tempo pure Triumph e Austin. Ma si inizia da quello che si sa di poter vendere. Poi lo so che Marchionne è un “demente” e che in Italia ci sono 60 milioni di amministratori delegati che saprebbero fare meglio. Sfortuna ha voluto che quando l’han scelto son capitati nell’unico bar sport del paese in cui non c’era quello buono.

Tornando in topic. Un paio di giorni fa Bloomberg riportava la voce di un suo confidente secondo cui una delle tensioni tra Marchionne e Montezemolo sarebbe stata sulla scelta di vincolare la produzione attorno alle 7 mila unità. Sinceramente spero che l’intenzione non sia veramente quella di elevare eccessivamente i volumi. Almeno con le informazioni che ho a disposizione, che sono tutte pubbliche, non ve ne sarebbe ragione.
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#94
In sintesi (che come avrai notato non è il mio forte): ti sento ricco di certezze granitiche, ma non altrettanto di risposte.

Se affronti le domande (quelle più semplici son quelle che funzionano meglio), vedrai che anche le certezze prenderanno una luce diversa.
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#95
MS85, al di la' delle considerazioni di dettaglio, cosa vorrei?

Una Ferrari che continui a produrre auto da sogno; una AFC che produca auto di ottima qualita' a prezzi competitivi.
Ferrari e AFC che siano radicate in Italia, sia per l'affermazione in campo tecnologico del "made in Italy", con conseguente circolarita' positiva e fidelizzazione dei clienti, sia per l'aumento dei livelli occupazionali e salariali.

L'operato di 'sto tizio risponde ai miei desideri? No.
Potrebbe fare di peggio? Sicuramente si'.
Potrebbe fare di meglio? Probabilmente si', se condividesse i miei desideri e fosse capace di realizzarli.
'Sto tizio riceve un compenso nella media, ha una meno che elevata considerazione di se stesso e del suo operato (tale da indurre a pensare che potrebbe cambiarlo) e non si potrebbe pretendere di meglio da chi svolge il ruolo che svolge lui? Non credo.

Doppiaeffe la pensa in un certo modo, quindi tende ad individuare il problema "nelle masse" (scuserete la rozza semplificazione).
Io la penso in un altro modo, e tento ad individuare il problema nei leader quando si dirigono verso una meta che non mi convince e "nelle masse" che non riescono ad esprimere leader migliori o a creare le condizioni in cui leader migliori nascano, crescano, si affermino e permettano di conservare un ambiente in cui cio' possa avvenire (scuserete anche qui la rozza semplificazione).
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#96
LucaJones Ha scritto:MS85, al di la' delle considerazioni di dettaglio, cosa vorrei?

Una Ferrari che continui a produrre auto da sogno; una AFC che produca auto di ottima qualita' a prezzi competitivi.
Ferrari e AFC che siano radicate in Italia, sia per l'affermazione in campo tecnologico del "made in Italy", con conseguente circolarita' positiva e fidelizzazione dei clienti, sia per l'aumento dei livelli occupazionali e salariali.

Di fatto il piano da qui al 2018 dà già alcune conferme in tal senso. I marchi di lusso (Ferrari e Maserati) più Alfa, continueranno ad essere prodotti solo in Italia. I modelli Fiat saranno prodotti in parte in Italia in parte all’estero. La progettazione e l’ingegnerizzazione (ovviamente per i modelli pensati per l’Europa) rimangono qui dove son sempre state. Con l’eccezione ovviamente di Jeep che richiede sempre un intervento di Auburn Hills. L’idea di fondo in realtà è abbastanza semplice. Visto che l’Italia è un paese dove produrre è costoso e rischioso (e su questo credo che possiamo concordare tutti), o si producono auto che garantiscono margini, oppure non si produce in perdita.

Personalmente ho solo il timore che sia un po’ drastico come piano. Ad esempio VW produce le sue Porsche e le sue Audi anche in est Europa e questo non è un problema, così come le produce in Asia quando si tratta di vendere sui mercati locali. Noi ci apprestiamo ad essere forse un po’ troppo “talebani” in tal senso. Ma se serve ben venga, di sicuro può contribuire a saturare gli impianti come è accaduto a Grugliasco.

Poi ovviamente ogni piano può essere modificato. Mi è rimasta impressa la sintesi di un ex collega: “non fare piani oltre i sei mesi, a meno che tu risponda direttamente all’AD. Non fare piani oltre i 3 anni, a meno che tu non sia l’AD. Non fare piani oltre i 5 anni, a meno che tu non sia Dio oppure masochista”. C’è di buono che, confrontandomi con colleghi che ne hanno visti più di me, questo piano è stato annunciato quando una parte dei progetti erano già partiti.
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#97
MS85 Ha scritto:In sintesi (che come avrai notato non è il mio forte): ti sento ricco di certezze granitiche, ma non altrettanto di risposte.

Se affronti le domande (quelle più semplici son quelle che funzionano meglio), vedrai che anche le certezze prenderanno una luce diversa.

Rispondo qui, perché non mi sembra il caso di continuare a risponderci punto su punto e trasformare il topic in un discorso a due.

Non ho certezze granitiche, metto solo in evidenza atteggiamenti fin troppo chiari. La dietrologia di cui certi personaggi si ricoprono per alimentare il proprio charm da super impresario, non è più sufficiente.

Quelle che si vogliono far passare come acumi e obbligate scelte di mercato, sono invece grossolani colpi di accetta e macete, per proteggere il profitto ed il patrimonio della famiglia Agnelli. Punto.

Questo perché in maniera molto ignorante e villana, non si vuole accettare la crisi come momento di magra in cui fare qualche rinuncia e investimento ma si preferisce tagliare e trasferire.

Ora... dire che "lo fanno tutti" e che questo rappresenta il mood del nuovo mercato, non è ne una verità assoluta ne un'acclamata teoria economica ma una semplice soluzione attualmente sposata da molti. Se sarà lungimirante o deleteria non lo sa nessuno.
Può dare benefici immediati sui conti ma fino adesso a livello di immagine ed opinione pubblica non mi sembra che stia raccogliendo consensi ed entusiasmo.

Detto questo, se la FCA ci sta velatamente dicendo "me ne F8 dell'Italia e degli italiani", ne prenderemo atto e in futuro vedremo se saremo sempre più spettatori o clienti.
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