Su 4ruote c'è la prova completa della 1.5, ecco un estratto.
Ritorna un grande classico. Che è stato aggiornato recuperando lo spirito della prima serie. Agile, divertente e vivace, grazie all'1.5 aspirato, ha la capote di tela manuale. Al solito, il bagagliaio è molto piccolo. È una di quelle poche auto, alla portata dei più, che fa venire voglia di mollare tutto e scappar via. A capote abbassata e con pochi, selezionatissimi bagagli. Non c'è bisogno di una meta. Basta andare, lasciarsi indietro la routine, quelle vetture “perfette" che vanno così bene e comunicano così poco. La MX-5 della Mazda invece ha un'anima, molto simile a quella delle piccole, veraci roadster inglesi degli anni 50: quelle che, se ti devono dire qualcosa - in fatto di guida - te lo dicono in faccia; se le stuzzichi, ti rispondono a tono. Così sai sempre con chi hai a che fare. E cioè con un'icona vera, un oggetto di culto che dal 1989 riesce a perpetuare se stesso, con schiere di fan e di club in tutto il mondo. Come pochissimi altri modelli nel panorama mondiale. Certo, nel frattempo ha dovuto aggiornarsi, ma senza snaturarsi. E se con la generazione precedente si era forse avventurata un filo fuori dal seminato, appesantendosi un po', con questa quarta serie ha saputo e voluto recuperare lo spirito originario. Quello della progenitrice con i fari a scomparsa, l'1.6 bialbero da 115 cavalli, i 990 chili di peso. I legami con la prima generazione si ritrovano in più aspetti: non nel tipo di fari, ma nell'essenzialità, nella taglia slim - l'MX-5 è più corta di dieci centimetri rispetto alla precedente e ha il passo ridotto di due - e nella formula del peso piuma: 1.050 i chili dichiarati, 1.129 quelli della nostra 1.5L nelle condizioni di prova (con pilota, carburante e strumenti a bordo). Anche lo schema meccanico è rimasto immutato: motore anteriore longitudinale arretrato, trazione posteriore e cambio manuale. Il quattro cilindri 1.5 Skyactiv-G è stato ereditato da altri modelli della Casa e adattato alla diversa disposizione: qui, però, eroga 131 CV a 7.000 giri. Come dire: la potenza si va a cercare in alto, come una volta. Mentre sulla cugina Fiat, la 124 Spider, troviamo un 1.4 turbo da 140 CV. Quanto alla linea, una delle fortune del modello, la MX-5 ora appare più asciutta, con sbalzi ridotti e i passeggeri collocati al centro. Il frontale grintoso spicca per i piccoli e aguzzi gruppi ottici full Led, la grande calandra e i prominenti bordi esterni del cofano e dei parafanghi. Un richiamo stilistico appagante dal posto di guida, dal quale tra l'altro si ha un buon campo visivo.
Ritorna un grande classico. Che è stato aggiornato recuperando lo spirito della prima serie. Agile, divertente e vivace, grazie all'1.5 aspirato, ha la capote di tela manuale. Al solito, il bagagliaio è molto piccolo. È una di quelle poche auto, alla portata dei più, che fa venire voglia di mollare tutto e scappar via. A capote abbassata e con pochi, selezionatissimi bagagli. Non c'è bisogno di una meta. Basta andare, lasciarsi indietro la routine, quelle vetture “perfette" che vanno così bene e comunicano così poco. La MX-5 della Mazda invece ha un'anima, molto simile a quella delle piccole, veraci roadster inglesi degli anni 50: quelle che, se ti devono dire qualcosa - in fatto di guida - te lo dicono in faccia; se le stuzzichi, ti rispondono a tono. Così sai sempre con chi hai a che fare. E cioè con un'icona vera, un oggetto di culto che dal 1989 riesce a perpetuare se stesso, con schiere di fan e di club in tutto il mondo. Come pochissimi altri modelli nel panorama mondiale. Certo, nel frattempo ha dovuto aggiornarsi, ma senza snaturarsi. E se con la generazione precedente si era forse avventurata un filo fuori dal seminato, appesantendosi un po', con questa quarta serie ha saputo e voluto recuperare lo spirito originario. Quello della progenitrice con i fari a scomparsa, l'1.6 bialbero da 115 cavalli, i 990 chili di peso. I legami con la prima generazione si ritrovano in più aspetti: non nel tipo di fari, ma nell'essenzialità, nella taglia slim - l'MX-5 è più corta di dieci centimetri rispetto alla precedente e ha il passo ridotto di due - e nella formula del peso piuma: 1.050 i chili dichiarati, 1.129 quelli della nostra 1.5L nelle condizioni di prova (con pilota, carburante e strumenti a bordo). Anche lo schema meccanico è rimasto immutato: motore anteriore longitudinale arretrato, trazione posteriore e cambio manuale. Il quattro cilindri 1.5 Skyactiv-G è stato ereditato da altri modelli della Casa e adattato alla diversa disposizione: qui, però, eroga 131 CV a 7.000 giri. Come dire: la potenza si va a cercare in alto, come una volta. Mentre sulla cugina Fiat, la 124 Spider, troviamo un 1.4 turbo da 140 CV. Quanto alla linea, una delle fortune del modello, la MX-5 ora appare più asciutta, con sbalzi ridotti e i passeggeri collocati al centro. Il frontale grintoso spicca per i piccoli e aguzzi gruppi ottici full Led, la grande calandra e i prominenti bordi esterni del cofano e dei parafanghi. Un richiamo stilistico appagante dal posto di guida, dal quale tra l'altro si ha un buon campo visivo.