TIGO Ha scritto:confondete tassa di possesso con tassa di circolazione; se il bollo ritornasse ad essere tassa di circolazione cioe' un corrispettivo per l'utilizzo delle infrastrutture e non una tassa su un oggetto che tieni in garage, sarei d'accordo. Per come è configurato oggi il bollo auto italiano è contrario ai principi comunitari, solo che l'europa non ha mai condannato l'italia per ragioni politiche, cioè per evitare di far perdere un introito a uno stato già debole.
Tigo, come non quotare, di fatto si tratta di una tassa odiosa ed iniqua, perchè non ha alcun legame con il valore del bene (tassare i cavalli... ma che stai alle corse?).
Decenni fa si propose in varie sedi l'incorporazione nel prezzo della benzina, a quel punto sarebbe stata equa perchè legata all'utilizzo del bene e delle infrastrutture, oltre che pagata anche da auto e camion stranieri.
Purtroppo non è mai stato fatto, e ci becchiamo una delle benzine più care al mondo e millemila altre tasse... senza contare che nel ddl sono previste delle clausole di "salvaguardia" che fanno impallidire tutto il resto... ma di che stiamo a parlare? :-O
http://www.leggioggi.it/2014/10/27/legge...-verranno/
Perché può aumentare l’Iva
Ma il vero rischio, per i consumatori e i contribuenti italiani, si annida nella famosa clausola di salvaguardia. E’ questo lo spettro che rischia di materializzarsi se i parametri prefissati di spending review non saranno raggiunti secondo i criteri definiti in finanziaria.
Ebbene, nella legge di stabilità 2015 sono contenuti tre aumenti dell’Iva, che potrebbero portare da qui al 2018, a un incremento record dell’imposta, con la fascia del 10% che potrebbe toccare il 13% nel 2017, e quella del 22% che dovrebbe arrivare al 24% nel 2016, per poi assestarsi a un incredibile 25,5% nel 2018. Nell’arco di quattro anni, insomma, questo potrebbe essere il quadro se gli obiettivi di risparmio che il governo ha fissato per ottener ei vari via libera – con riserva – sulla manovra non saranno raggiunti. Per non farsi mancare nulla, poi, aumenteranno anche le accise sui carburanti.
E, a vedere gli esempi recenti, non c’è molto da stare tranquilli. Nei casi più recenti in cui si è fatto ricorso a questo strumento, infatti, si è registrato sia l’ultimo aumento dell’imposta sui consumi, che la mancanza di detrazioni sulla Tasi, che avrebbero dovuto allinearla al regime fiscale dell’Imu che l’aveva preceduta.