The Hateful Eight . Quentin Tarantino
La trama in breve : Una donna accusata di omicidio viene accompagnata da un cacciatore di taglie in un paese per esser giustiziata. I due si spostano con una diligenza che durante il viaggio incontra una bufera di neve e due personaggi che chiedono un passaggio, uno dei due è un altro cacciatore di taglie ed il secondo un sedicente sceriffo. I quattro proseguono il viaggio assieme fino all'arrivo in un emporio che gli darà riparo e dove incontreranno gli altri fondamentali personaggi. Si scoprirà col dipanarsi della storia che qualcuno non è ciò che afferma di essere e che cercherà di impedire che la donna venga impiccata.
Le premesse sono piuttosto lineari e semplici, ingredienti giusti e sufficienti che nelle mani di un grande regista sono in grado di fondersi e di creare l'alchimia sperata.
Purtroppo a questo giro deve esser andato storto qualcosa, e lo dico a malincuore da fan sfegatato del regista Italo Americano però non posso anteporre la simpatia al pensiero critico e quindi non posso parlar bene di questo film.
Primo, la durata, tre ore. Anche se anomala per i film d'oggi la posso concepire se hai tante cose da dire e le vuoi narrare in maniera minuziosa. Purtroppo non è questo il caso, ho avvertito più volte una fastidiosa ridondanza che sembrava messa li per allungare il brodo .
Secondo, il film è girato al 90 per cento in interni, prima nella carrozza e poi nell'emporio. Una scelta particolare, ma anche quì niente da dire se i personaggi, costretti in ambienti angusti, sono in grado di dare il meglio di se attingendo a dialoghi azzeccati e ad una dialettica coinvolgente. Anche sotto questo aspetto troppo spesso ho avuto l'impressione che i vari attori si parlassero addosso senza dire niente di significativo che in qualche modo potesse corroborare la trama.
Terzo, Tarantino ci ha abituato alle sue improvvise scene splatter, possono piacere o meno ma fanno parte del suo modo di fare cinema e ne prendiamo atto. Personalmente non mi hanno mai disturbato ma in questo ultimo film ho l'impressione di una certa forzatura messa li per colmare delle carenze sostanziali, un cervello spappolato in più per sorreggere una struttura traballante.
Mi sarei aspettato qualcosina in più anche dagli attori più famosi, ma niente di eccezionale. La migliore per me Jennifer Jason Leigh.
La trama in breve : Una donna accusata di omicidio viene accompagnata da un cacciatore di taglie in un paese per esser giustiziata. I due si spostano con una diligenza che durante il viaggio incontra una bufera di neve e due personaggi che chiedono un passaggio, uno dei due è un altro cacciatore di taglie ed il secondo un sedicente sceriffo. I quattro proseguono il viaggio assieme fino all'arrivo in un emporio che gli darà riparo e dove incontreranno gli altri fondamentali personaggi. Si scoprirà col dipanarsi della storia che qualcuno non è ciò che afferma di essere e che cercherà di impedire che la donna venga impiccata.
Le premesse sono piuttosto lineari e semplici, ingredienti giusti e sufficienti che nelle mani di un grande regista sono in grado di fondersi e di creare l'alchimia sperata.
Purtroppo a questo giro deve esser andato storto qualcosa, e lo dico a malincuore da fan sfegatato del regista Italo Americano però non posso anteporre la simpatia al pensiero critico e quindi non posso parlar bene di questo film.
Primo, la durata, tre ore. Anche se anomala per i film d'oggi la posso concepire se hai tante cose da dire e le vuoi narrare in maniera minuziosa. Purtroppo non è questo il caso, ho avvertito più volte una fastidiosa ridondanza che sembrava messa li per allungare il brodo .
Secondo, il film è girato al 90 per cento in interni, prima nella carrozza e poi nell'emporio. Una scelta particolare, ma anche quì niente da dire se i personaggi, costretti in ambienti angusti, sono in grado di dare il meglio di se attingendo a dialoghi azzeccati e ad una dialettica coinvolgente. Anche sotto questo aspetto troppo spesso ho avuto l'impressione che i vari attori si parlassero addosso senza dire niente di significativo che in qualche modo potesse corroborare la trama.
Terzo, Tarantino ci ha abituato alle sue improvvise scene splatter, possono piacere o meno ma fanno parte del suo modo di fare cinema e ne prendiamo atto. Personalmente non mi hanno mai disturbato ma in questo ultimo film ho l'impressione di una certa forzatura messa li per colmare delle carenze sostanziali, un cervello spappolato in più per sorreggere una struttura traballante.
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"L'uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare" G.B.Shaw
2.0
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2.0